Solidarietà internazionale
Come parte della nostra responsabilità sociale e perché crediamo che il mondo è in costante relazione, ci impegniamo da 10 anni in progetti di solidarietà internazionale in alcuni Paesi del Sud de mondo. La nostra volontà di dedicare momenti e risorse alla solidarietà internazionale, inizia nel 2003 con l’incontro e la sinergia con l’Associazione “Frontiere Nuove” di Santorso (VI) socia e sede staccata della Ong Cefa (Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura) di Bologna.
Da allora, abbiamo collaborato strettamente con le popolazioni locali per individuare e stabilire, insieme a loro, degli obiettivi da raggiungere. Questo lavorare insieme ci ha portato ad spostarsi e conoscere la realtà locale attraverso una serie di viaggi nei quali abbiamo scoperto una forma di viaggiare più consapevole e responsabile.
Progetti di cooperazione internazionale
Il nostro impegno di cooperazione internazionale si è centrato principalmente nella realizzazione di micro-progetti nella Regione di Iringa (Tanzania). Attualmente collaboriamo con il villaggio di Idete in Tanzania.
Corso di formazione (2004-2006)
Progetto Zattera Blu in collaborazione con il CEFA (Comitato Europeo Formazioneper la Formazione e l’Agricoltura) dal 2004 al 2006 ha inviato nella capitale della Tanzania, Dar es Salaam ed in altri villaggi, formatori professionisti per trasmettere ai locali competenze specifiche da utilizzare nei progetti che si svolgono in zone rurali (competenze amministrative, di progettazione, di gestione delle risorse umane, ecc). Tale progetto è proseguito con un rafforzamento delle competenze professionali locali per mezzo di personale tanzaniano competente.

Progetto Oleificio a Ikondo (2004-2005)
Il villaggio di Ikondo, dove abitano circa 5.000 persone, è situato nel Sud-Ovest della Tanzania, nel Distretto di Njombe, nella Regione di Iringa, a circa 1.000 km da Dar es Salaam.
La sua economia è di pura sussistenza alimentare, e i pochi prodotti da commercializzare faticano a trovare mercato per le difficoltà di comunicazione e le cattive condizioni delle strade. In questo villaggio l’ONG Cefa (Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura) ha iniziato ad operare nel 1990 incentivando prima la coltivazione di soia, granturco e girasole, poi quella dei frutti tropicali, dando impulso a molteplici attività artigianali perdonne e giovani. Si è anche costituita una centrale idroelettrica che serve tutto il villaggio ed i centri di pubblica utilità (municipio, scuole, dispensario…). Sono stati attuati infine progetti a sostegno dell’educazione dei bambini per mezzo del sostegno a distanza.
L’intervento di Progetto Zattera Blu ha permesso l’acquisto di sementi, la realizzazione di percorsi formativi di “animazione agricola”, per condividere con la popolazione locale le buone pratiche e gli strumenti idonei ad una coltivazione e lavorazione razionalizzata del girasole; la costruzione dell’oleificio (in collaborazione con gli alpini di Vicenza) e acquistato il frantoio (macchina per ottenere l’olio).

Progetto stoffe “Tie&die” a Matembwe (2007 – 2008)
Matembwe è un villaggio di 3500 abitanti anch’esso situato nel distretto di Njombe, nellaStoffe regione di Iringa. In questo villaggio il Cefa ha realizzato il suo primo progetto in Tanzania, iniziato ancora alla fine degli anni ’70. L’obiettivo primario era il miglioramento della dieta alimentare, soprattutto infantile, l’aumento del reddito agricolo, la promozione dell’allevamento avicolo e dell’artigianato locale.
Il programma di sviluppo è continuato nel ’95 con le attività del Centro Sociale di Matembwe dove sono state avviate attività di formazione socio-sanitario e professionale (falegnameria, carpenteria, cucito, cucina, corsi di lingua inglese e servizio biblioteca) e alcune attività produttive (tinteggiatura e confezionamento stoffe, cesteria, strumenti musicali, produzione, lavorazione e confezionamento di miele, ecc.) che permettono al centro di autofinanziarsi.
In questo luogo di incontro si è costituita un’associazione di donne che, nel corso del tempo, si sono specializzate nella lavorazione di stoffe con la tecnica del “tie & dye”, parole inglesi il cui significato è “lega e tingi”. Questa tecnica di tintura del cotone consiste nell’impedire che il colore passi in determinate zone del tessuto legandolo, piegandolo o cucendolo molto stretto una o più volte.
L’aspetto innovativo di tale esperienza sta nel fatto che il ricavato della vendita dei tessuti viene reinvestito nella formazione di altre donne che vivono in condizioni di pura sussistenza, senza particolari competenze professionali. In questo modo vengono date loro delle conoscenze direttamente spendibili per il benessere della propria famiglia, procurando loro un lavoro, un reddito ed un’emancipazione sociale.
Il nostro intervento ha permesso di finanziare l’acquisto delle materie prime per la lavorazione (cotone, filo, coloranti…); sostenere i corsi di formazione per affinare le competenze tecnico-pratiche ed avviare una rete commerciale in loco.

Idete (2010 – oggi)
Idete è un villaggio di circa 400 abitanti, di cui il 60% sono bambini. Dista circa 100 km da Njombe, il principale centro abitato della zona dove sono presenti un ospedale e altri servizi. Quando siamo entrati in contatto con la popolazione di Idete, esisteva un’unica strada, percorribile solo con fuoristrada, che collegasse Idete ad altri villaggi e centri abitati; non vi era energia elettrica, non esistono scuole e nemmeno un dispensario (infermeria), in quanto a livello locale il numero esiguo di abitanti e la collocazione geografica non rendono Idete un villaggio su cui investire.
Le attività realizzate da Progetto Zattera Blu, in collaborazione con il comitato locale di Idete, il vescovo di Njombe, la famiglia Chiantore e altri soggetti e iniziative che si sono interessati al progetto (ad. es. 5 x mille, il Social Day ecc.) sono state:
2008: Primo contatto con il vescovo della Diocesi di Njombe per valutare assieme una strategia.
2009: Primo interessamento da parte del Catechista di Idete per la verifica della disponibilità di progetto Zattera Blu a sostegno del villaggio di Idete.
2010-2011: Prima visita a Idete ed esplicitazione delle richieste della popolazione: una strada che colleghi Idete alla città di Njombe dove si trovano scuole, servizi e l’ospedale; una scuola primaria e un dispensario.
Costituzione da parte della comunità di Idete di un Comitato “IPED – Idete Partnership for Economic Development”. Inizio dei lavori di rifacimento della via di comunicazione Idete- Itambo e costruzione di 3 guadi per l’attraversamento di 2 torrenti.
2012: Contatto con la famiglia Chiantore, interessata a sostenere economicamente parte del progetto.
Viaggio di monitoraggio dei lavori per la sistemazione della strada e verifica della fattibilità della costruzione della scuola e del dispensario.
Sistemazione dei punti critici della strada con le ruspe (la strada è divenuta agibile a ottobre 2012).
2013: Conferma delle priorità da parte della popolazione locale: scuola e dispensario.
2014: Inizio costruzione della scuola per i ragazzi.
2015: Inizio realizzazione del dispensario e successivamente del reparto di maternità.
2016: Apertura della scuola. Attualmente ci sono 4 classi, 80 alunni e 6 insegnati. È stato istituito anche un dormitorio per i bambini che vengono da lontano.
2019: Il dispensario è quasi concluso manca organizzare l’attrezzatura adeguata per poter aprire e rendere operativo il reparto di maternità.
Il prossimo passo? Lavoriamo per l’impianto fotovoltaico.

Turismo responsabile
Il turismo responsabile è inteso come un modo di viaggiare che si basa sulla consapevolezza che “essere turisti” può avere conseguenze molto negative sui luoghi ed i popoli che si attraversano e si incontrano. Ma altrettanta consapevolezza sta nel trasformare il turismo, la curiosità di molti, in occasione di cooperazione con i popoli che ci ospitano. Un modo di viaggiare che sceglie di non avallare sfruttamento e distruzione, ma si fa portatore di principi universali: equità, sostenibilità e solidarietà. Il turista responsabile, durante le visite guidate:
- riduce al minimo la propria impronta ecologica;
- non si appoggia a quei servizi locali che sfruttano i lavoratori e soprattutto cerca di calarsi, seppur temporaneamente, nella cultura del posto, vivendo a stretto contatto con le popolazioni residenti e preparandosi con attenzione prima di partire.
L’iniziativa intende:
- offrire una possibilità di sviluppo alternativo alla popolazione tanzaniana, attraverso l’attuazione dei principi del turismo responsabile in modo da assicurare:
- maggior dignità ed autonomia alla popolazione locale e
- rendere partecipe, consapevole e più vicina la cittadinanza italiana ai temi della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale.
Coinvolgendo il più possibile la società civile, si intendono:
- creare nuovi posti di lavoro;
- diminuire l’emigrazione verso le città facendo diventare il turismo responsabile una pratica consueta ed accettata che avvicini popoli e culture in modo rispettoso ed valorizzante.
Tanzania (2007-ad oggi)
Il primo viaggio di turismo responsabile è stato realizzato nel 2007. Da allora ogni anno parte al meno un viaggio che permette ai partecipanti, presenti in piccoli gruppi di max. 6 persone, la possibilità di venire a contatto con molte realtà locali e di conoscere i progetti di cooperazione allo sviluppo che vengono realizzati in diversi villaggi nella Regione di Iringa (in particolare nel distretto di Njombe). Nei viaggi, della durata di circa 15 giorni, i partecipanti hanno anche il tempo per visitare un parco naturale (Mikumi national park) e passare 2-3 giorni al mare.
Vuoi venire anche te? Inviaci una mail e ti terremo informato del prossimo viaggio.

Guatemala (2008)
A settembre 2008 è stato organizzato e realizzato un viaggio nella regione dell’Ixcan. In tale contesto i partecipanti al viaggio hanno avuto la possibilità di visitare progettualità realizzate attraverso collaborazioni fra il Cefa (OnG di Bologna), associazioni autoctone di produttori e altre OnG locali riguardanti lo sviluppo della produzione, lavorazione e commercializzazione del caffè nel dipartimento di El Quichè, un programma di lotta alla povertà a Huehuetenango, il rafforzamento dell’organizzazione e lo sviluppo della commercializzazione dell’associazione A.na.p.de.r.ch. a Chichicastenango, l’aumento delle opportunità di accesso delle donne alle risorse economiche e produttive nel dipartimento di El Quichè.
