GLENDA BONAGURO – IL FINESTRINO APPANNATO
Circa una decina di anni fa, Glenda stava seguendo un corso per diventare Operatore e animatore d’infanzia ma qualcosa la punzecchiava con insistenza, smuovendola a dare una svolta diversa alla propria vita.
Si sentiva come se stesse osservando il mondo dal finestrino appannato dell’auto e non riuscisse a capire bene dove stesse andando.
Arrivò a mettere in discussione se stessa e il suo percorso così, quando le si presentò l’occasione del Servizio civile, la colse al volo desiderosa di lasciarsi alle spalle quel senso di disorientamento.
Fu così che nel 2007 si presentò alla porta della Cooperativa Radicà per dedicare un anno della propria vita in quella realtà sociale. Lì, imparò realmente cosa volesse dire stare al fianco dei ragazzi nei loro momenti di fragilità e ad aiutarli e sostenerli nella loro crescita. Apprese anche a lavorare in squadra, a partecipare alle équipe educative, a osservare e leggere le dinamiche del contesto, a rafforzare le sue competenze relazionali, a promuovere la cultura dell’accoglienza.
Pian piano, con il passare dei mesi, Glenda riuscì a spannare un’area sempre più grande di quel finestrino e iniziò a scorgere con chiarezza cosa avrebbe voluto fare del suo futuro.
Il Servizio civile l’aveva resa consapevole di se stessa e le aveva spalancato i cancelli di un mondo che fino a quel momento non aveva ancora conosciuto: il sociale con il suo complesso tessuto di realtà locali, persone e ruoli professionali al servizio della comunità.
Quell’incappare quasi per caso nel Servizio civile, si era rivelato la sua più importante esperienza di crescita personale e professionale, un aprirsi a se stessa e al territorio che le ha permesso di essere la professionista che è oggi: un’educatrice impegnata al fianco delle famiglie della comunità locale e dei giovani, nella stessa Cooperativa in cui si era messa in gioco come volontaria.
Questa esperienza ha trasformato quel forte tumulto interiore in una concreta possibilità di cambiamento e ha smosso a Glenda il coraggio e la passione per coronare le sue aspirazioni. Al termine, ha intrapreso un nuovo percorso di studi e, oggi, Glenda è fiera di essere dottoressa in Scienze dell’educazione.
Glenda Bonaguro (educatrice area territoriale e area politiche giovanili Cooperativa Radicà, Calvene)
ALBERTO CAROLLO – ARDERE COME UN FUOCO
Nel 2007, alla Cooperativa Radicà, arrivò assieme a Glenda anche un altro ragazzo: Alberto, fresco di laurea in Sociologia e da poco tornato da un’intensa esperienza nel nord-est del Brasile.
Era già da tempo che sentiva un bisogno impellente di sperimentarsi nel sociale ma non capiva se desiderasse mettere ciò che aveva appreso sui banchi di scuola a disposizione della propria realtà locale oppure fare le valigie e tornare all’estero.
Conosceva già la Cooperativa perché un suo amico educatore gli aveva proposto di fare il volontario notturno in comunità residenziale e lui aveva accettato subito con entusiasmo.
Dopo circa un anno, gli suggerirono l’esperienza del Servizio civile e Alberto non esitò a imbarcarsi in quel viaggio, seguendo il suo fuoco interiore che lo spingeva a cercare nuove occasioni per incidere realmente come cittadino attivo.
Fu concordato un progetto ad hoc che gli avrebbe permesso di partecipare a numerose attività delle politiche giovanili ma anche sperimentare se stesso e le sue competenze conducendo in autonomia una breve ricerca sociologica.
L’esperienza lo gratificò così tanto da trasformare il Servizio civile in una proficua opportunità per ampliare gli orizzonti di conoscenza, aprendosi al territorio e alla comunità educante, intessendo solide relazioni con varie realtà locali, coinvolgendosi sempre più a fondo nelle dinamiche sociali fino a diventarne più consapevole.
Immergendosi anima e corpo al pari di un vero e proprio lavoro, Alberto consolidò le sue competenze di pensiero critico, flessibilità, lavoro di squadra e ne acquistò molte altre, imparando a gestire i gruppi di giovani, a organizzare iniziative ed eventi, a costruire contenuti formativi, a destreggiarsi con efficacia e consapevolezza nella fitta rete di collaborazioni del sociale.
Il Servizio civile si rivelò un’esperienza così arricchente sotto il profilo umano, professionale, sociale e di cittadinanza attiva che Alberto, al termine, colse al volo l’opportunità che gli offrirono: rimanere a lavorare per la Cooperativa.
Iniziò con un contratto part time per continuare a seguire alcuni dei progetti ai quali già partecipava poi, diventò ben presto un educatore domiciliare ma la sua carriera non si concluse lì. Oggi è coordinatore di ben due équipe educative, nonché vice-presidente.
Alberto Carollo (vice presidente e coordinatore delle équipe area educativa territoriale e area politiche giovanili e sviluppo comunità Cooperativa Radicà, Calvene)
LUCIA MARCON – IMPASTARSI NELLA REALTÁ LOCALE
Dopo una laurea triennale in Cooperazione allo sviluppo, Lucia voleva finalmente mettere a frutto il suo impegno accademico così si dedicò con entusiasmo alla ricerca di un’occupazione che le permettesse di sperimentarsi in ambito sociale nella realtà locale in cui viveva.
Tra curriculum spediti e attività di volontariato nel commercio equo solidale, i mesi passarono senza ottenere alcuna reale opportunità lavorativa.
Non volendo restare ferma ad aspettare, Lucia scelse di impiegare al meglio il suo tempo partecipando al bando per il Servizio civile con la speranza che si rivelasse un’opportunità per approcciarsi a quel settore lavorativo a cui tanto aspirava, mettendo alla prova se stessa e le sue competenze.
Fin da subito le sue richieste furono esaudite: il Servizio civile alla Cooperativa Adelante assunse le vesti di una prima esperienza lavorativa a 360° in cui crebbe non solo a livello professionale ma anche umano e personale.
Destreggiandosi tra un progetto e l’altro, acquisì svariate competenze specifiche ma mettendosi in gioco con impegno e passione consolidò anche abilità trasversali. Per seguire le diverse attività imparò il project management e affinò il pensiero critico e creativo. Sperimentò il lavoro di équipe e rafforzò adattabilità e gestione delle difficoltà.
Più i mesi passavano, più Lucia diventava consapevole di se stessa e in grado di analizzare con efficacia la realtà circostante. Capì che il Servizio civile si stava trasformando in un’occasione concreta per riflettere sul proprio futuro, mettendo a fuoco inclinazioni personali e abilità professionali.
Essendosi schiarita le idee rispetto al proprio ruolo nel territorio e riconoscendone il suo profondo impatto sulla comunità, al termine dell’esperienza, Lucia decise di continuare a dedicarsi all’ambito sociale proseguendo il proprio lavoro. Con pazienza e dedizione, oggi Lucia è coordinatrice di un’equipe educativa proprio nella Cooperativa Adelante, la stessa che le permise di sperimentarsi come volontaria di Servizio civile.
Lucia Marcon (coordinatrice dell’équipe area politiche giovanili Cooperativa Adelante, Bassano del Grappa)
MARCO LO GIUDICE – QUANDO MENO TE LO ASPETTI
Nel 2009, Marco desiderava più di ogni altra cosa accedere a un dottorato in filosofia ma vide le sue aspirazioni infrangersi quando fu più volte rifiutato. Arrabbiato e molto confuso cominciò a guardarsi attorno, cercando lavoro anche in ambiti poco inerenti alle proprie inclinazioni finché, un giorno, il padre gli disse di aver letto sulla bacheca comunale l’avviso per il Servizio civile.
Marco non voleva buttar via un anno così, con un riconoscimento economico che non gli avrebbe di certo garantito l’autonomia. Infastidito, accettò controvoglia di partecipare al bando e, a quasi 27 anni, si guadagnò l’opportunità di impiegare il suo tempo al Comune di Bassano.
All’inizio, lo considerò un impegno come un altro: un anno di parentesi per raccogliere le idee e capire cosa fare realmente della propria vita, credendo che il suo futuro sarebbe decollato solo quando avrebbe terminato quell’esperienza.
Con enorme sorpresa, ogni giorno speso per il Servizio civile iniziò ad appassionarlo sempre più facendogli capire che quella sarebbe potuta diventare un’occasione unica per riscoprire se stesso e la propria strada.
Si ritrovò a poter sperimentare e rafforzare quella massa di competenze grezze che aveva acquisito durante gli anni da capo scout, diventando sempre più consapevole delle sue capacità relazionali, educative e organizzative.
Il Servizio civile gli permise di imparare a stare e a muoversi all’interno di un’istituzione, a inserirsi sempre più a fondo nel tessuto sociale conoscendo nuove realtà e persone, a entrare in quella complessa logica di rete di cui il sociale si nutre facendosi conoscere in molti contesti diversi.
Desideroso di mettersi a disposizione e trasformare quell’esperienza in un’autentica occasione di crescita e formazione, accettò di partecipare a un progetto collaborando con la Cooperativa Adelante.
Decise di giocarsi al meglio le proprie competenze e buttarsi senza indugi ad apprenderne di nuove. Quell’incontro gli cambiò la vita e gli offrì l’opportunità di crescere professionalmente e umanamente in quella che ancora oggi è la sua Cooperativa dato che ne è Presidente!
Marco Lo Giudice (Presidente Cooperativa Adelante, Bassano del Grappa)